SGUARDI SUL MONTE BONDONE | Un'indagine fotografica tra nuove residenzialità, turismo e natura | ©2019
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SGUARDI SUL MONTE BONDONE | Un'indagine fotografica tra nuove residenzialità, turismo e natura
immagini di Guido BENEDETTI | Luca CHISTÈ | Mattia DORI
testi di Alessandro Franceschini
Il Monte Bondone rappresenta una realtà complessa, sia per le articolazioni che ne caratterizzano la morfologia, sia per le "funzioni", insediativo/residenziali e turistiche che, nel bene e nel male, ne hanno connotato la genesi, fortemente influenzato lo sviluppo e determinato l'attuale configurazione urbanistica ed ambientale. Sistematicamente in bilico fra due diverse istanze, quella insediativa e quella turistica, con progettualità strategiche non sempre chiare, né tantomeno lineari o integrantesi fra di loro, il Monte Bondone, si presta ad essere, con l'uso di una lettura stratificata, composita e multidimensionale, una realtà decisamente interessante. Per cercare di comprendere meglio alcune di queste dinamiche, l'evento del BITM 2019, ha ipotizzato di affidare, in continuità di ricerca sugli areali territoriali (si ricordino i lavori proposti nel 2018 su Marilleva 900 e 1400 e nel 2017 quello sulla Valle del Vanoi da parte del fotografo Luca Chistè), una perlustrazione visiva, di matrice autoriale, sul Monte Bondone. Per fare emergere le diverse dimensioni di questo vasto areale geografico e naturalistico, quest'anno sono stati chiamati all'opera tre diversi fotografi, le cui identità stilistiche, piuttosto differenziate, tracciamo un articolato itinerario visivo dello scenario antropico e paesaggistico naturale del Monte Bondone.
La “riconquista” insediativa. Verso un nuovo modello di abitare.
immagini di Guido BENEDETTI
Se un tempo il Bondone era luogo di frequentazione dei “bondoneri”, ossia persone che in questo contesto avevano prevalentemente riposto le loro risorse per erigere una “seconda” casa, ad uso prevalentemente turistico o per lo sci, oggi, molte persone, in accordo a nuovi paradigmi esistenziali, marcatamente “green-oriented” o semplicemente ispirati dall’idea di vivere un’esistenza avulsa dalla frenesia quotidiana, scelgono di trasferirsi in Bondone non per finalità ludico-sportive, ma per viverci tutto l’anno. Soprattutto la “parte bassa” del Bondone, a partire dalla zona di Candriai, divengono luoghi per una nuova – e stabile – residenza, talvolta immaginata a stretto ridosso degli habitat più naturalistici e selvatici della parte boschiva. Il lavoro fotografico di Guido Benedetti, muovendo da queste nuove istanze, descrive e di rende visivamente conto di queste sopravvenute “identità urbane”, che rappresentano una interessante rifunzionalizzazione dello spazio antropico del Bondone e una “riconquista” di un territorio apparentemente dismesso da tempo.