Con il secondo dopoguerra la principale via di attraversamento di Mori diviene quella che sarà chiamata Statale 240 di Loppio e della Val di Ledro. La strada viene adeguata alla nuova entità del traffico veicolare la vecchia sede della ferrovia Mori-Arco-Riva che venne abbandonata nel 1933.
—-
[justify]"Limes" per noi bambini nei primi anni '70
Mentre la via interna al paese (la cosiddetta #viaImperiale), costituita da via Roma a Molina, largo Villanuova, via Tranquillini, piazza Cesare Battisti (su cui si affacciava casa mia), via Teatro e infine via Filzi, era territorio conosciuto e frequentabile anche in autonomia, la "statale" era vista come il limite da non superare. Si doveva considerare, in definitiva, come una sorta di "limes" che separava il mondo conosciuto e "sicuro" da quello sconosciuto e pericoloso in cui "hic sunt leones": il suo attraversamento (magari in bicicletta) significava, quindi, andare alla scoperta di nuovi mondi e, al contempo, lanciare una sfida al mondo dei grandi e delle loro raccomandazioni.
“Ricordare è lo stesso che immaginare” Federico Campbell